Quando parliamo di futuro del Personal Branding oggi, ci sono due domande fondamentali da porsi:
- Quanto è importante il Personal Branding per sviluppare la carriera personale?
- Quanto è importante per le aziende supportare i propri lavoratori nello sviluppo del loro Personal Brand?
Ne abbiamo discusso all’evento organizzato da Manpower, nel quale abbiamo presentato anche il nostro libro Digital You, con una serie di ospiti di assoluta rilevanza nazionale (e non solo) facilitati dal magnifico Giampaolo Colletti:
- Daniela Caputo, Head of Marketing and Communication Italy di Manpower
- Steve Trow, Direttore Finanziario di Hermés Group
- Silvia Zanella, Manager e Autrice
- Enrico Pedretti, Marketing and Communication Director di ManagerItalia
- Luigi Centenaro, che non ha bisogno di presentazioni
In più, da New York, William Arruda in carne e ossa! O meglio, in bit e pixel.
Uno dei cardini del Personal Branding e è l’esigenza, per qualunque professionista o persona coinvolta nel mondo del lavoro, di non comunicarsi come una commodity, ma farsi percepire come rilevante, distinto e degno di nota. Emergere è la chiave per non finire nel calderone del “un tot all’ora”. Ciò vale anche sui canali digitali, dove a volte i lavoratori faticano a valorizzarsi coerentemente.
Il libro vuole essere un metodo efficace, pratico e semplice per “tradurre” il proprio sé reale in un sé digitale, soprattutto in questo nuovo mondo fatto di videochiamate e collaborazioni da remoto. Esattamente come ci ha detto proprio William Arruda durante il suo intervento (video).
Coloro che riusciranno a gestire in maniera efficace e strategica la loro immagine professionale, anche in ambito digitale, saranno avvantaggiati nella nuova era del lavoro, tanto complessa e volatile. Si tratta di una nuova competenze che li accompagnerà durante tutta la vita lavorativa.
Enrico Pedretti sottolinea che è necessario avere un obiettivo di carriera, progettare in base all’obiettivo stesso e rappresentare i propri valori (ma anche il proprio valore) costantemente. Fa un parallelo molto interessante con il paradigma della User Experience: se la fruizione di ciò che io scrivo, dico, pubblico e quant’altro è solo a mio vantaggio, non ha valore per nessuno.
Questi concetti sono validi specialmente per i più giovani, ai quali spesso manca un po’ di auto-consapevolezza. Come fa notare Steve Trow, spesso gli studenti sono giudicati solo in base ai risultati scolastici, quindi si convincono che per fare carriera basti avere dei buoni voti. Invece la maggior parte dell’influenza sulla carriera viene dalla percezione e l’immagine che trasmettiamo di noi stessi.
Attenzione però, la consapevolezza non deve fermarsi solo agli individui, ma anche le organizzazioni devono sapere che, proprio perché chiedono ai loro lavoratori di essere se stessi e comunicare in quanto tali, devono dar loro una certa libertà di espressione che li fa risultare più autentici, portando un doppio beneficio.
Il lavoratore si sente più autonomo e ha una maggiore soddisfazione, ma ispira anche più fiducia e affidabilità verso l’esterno. Ciò anche a beneficio dell’organizzazione a cui appartiene. Silvia Zanella, co-autrice con Luigi di Personal Branding per l’Azienda ha evidenziato le applicazioni del Personal Branding nel contesto dell’attrazione dei talenti.
Questi erano solo alcuni dei concetti chiave espressi nell’interessantissima tavola rotonda. Potete invece seguire l’evento in versione integrale sul canale YouTube di Manpower Italia e anche qui sotto: