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Bigname

Avatar e Personal Branding: la tua immagine virtuale vista da un Image Consultant

Luigi Centenaro
Docente presso SDA Bocconi, POLIMI, WHU Dusseldorf, ESSEC Parigi e Bath SoM, fondatore di BigName, gli specialisti dell’innovazione di persone e team in azienda. Primo Personal Branding Strategist italiano, orgoglioso autore e curatore per Hoepli e fondatore di PersonalBranding.it (2008).

Questa è la prima parte dell’articolo che ho chiesto a Roberta Giannoni, Image Consultant, sulle declinazioni virtuali del lato più personal del Personal Branding: il nostro aspetto fisico! Da sempre appassionata dell’aspetto comunicativo della moda e dello stile, Roberta ha studiato Consulenza d’Immagine presso l’Accademia del Lusso di Milano.


Tutti abbiamo avuto almeno una volta la percezione di sguardi puntati su di noi che, in pochi battiti di ciglia, fissano delle istantanee della nostra immagine nella memoria di chi incrociamo tutti i giorni in metro, in ufficio, per strada, al supermercato, mentre facciamo jogging.

Inutile negarlo, la nostra immagine personale parla, e dice di noi molto più di quello che crediamo e che vorremmo.
E’ importante quindi che sia coerente con il nostro Personal Brand: la nostra personalita’, le nostre aspirazioni, la nostra professione, e che comunichi i giusti messaggi.

Anche gli Avatar soffrono di panico da primo incontro?

Cosa accade invece ad i nostri Alter Ego virtuali, gli Avatar che vivono al posto nostro nell’etere dei Social Media. Sperimenteranno anche loro quella sensazione di disagio mentre la pagina del Browser lentamente carica pixel dopo pixel la loro immagine?

Si chiederanno se sono perfetti, se piaceranno e se comunicheranno i messaggi giusti, quelli che terranno il lettore incollato al Blog, quelli che fanno venir voglia di cliccare sulla Call To Action?

rss

Le caratteristiche grafiche e di leggibilità del nostro Blog, l’utilizzo di parole e punteggiatura, ma soprattutto l’immagine dell’Avatar legato al nostro nickname comunica molto di noi, e funge da filtro, positivo o negativo, inconsciamente usato dal nostro lettore nell’approcciare i contenuti dei nostri articoli.

L’Avatar cheutilizziamo non solo è il nostro alter ego nel mondo virtuale,maè la proiezione di quello che noi vorremmo essere e che riteniamo ci rappresenti al meglio.

La scelta dell’immagine è quindi fondamentale ed il nostro obiettivo e’ quello di fare in modo che non comunichi messaggi sbagliati o di cui non siamo consci.

Alcuni esempi

Luigi mi ha chiesto di commentare alcuni esempi di Avatar dal punto di vista del Consulente d’Immagine, puntando quindi particolare attenzione a cosa e come comunicano con l’abbigliamento, il grooming ed il linguaggio non verbale.

Prendiamo ad esempio Cari Berry, Blogger, Mamma e Fotografa, (di Blog a suo nome ne esistono ben 4: Two Under Two. Whew! Cari Berry Photography, Cari Berry Photo, Reading Out Loud), ha ovviamente scelto come avatar un’immagine personale che coinvolge la sua famiglia. Con questa scelta comunica che il fulcro dei suoi interessi sono concentrati sui suoi figli tutto il resto è in secondo piano.

Ecco l’immagine che utilizza nel profilo dei suoi Blog:

midmach-149

Avatar perfetto per scrivere un Blog che parla di bambini e famiglia, ma forse un pò meno quando viene utilizzato in quello dove parla della sua professione di fotografa. Un suo primo piano con la macchina fotografica in evidenza sarebbe stata più opportuna e più consistente con l’immagine professionale?
Cosa dire della foto qui sotto, scelta per il suo profilo Facebook?
carribarryfacebook
Ecco che emerge il vero problema: quello di non utilizzarne uno unico per rafforzare la sua identità virtuale.

Esaminiamo ora l’avatar di Jennifer McCann bravissima blogger con la passione per i Bentobox e scrittrice di libri di cucina; tiene 3 blog:
Vegan Lunch Box This Is Why You’re Thin! Shmooed Food:
stephsparty1

A nostro avviso è un’immagine dimessa e non congruente. Vediamo nel dettaglio i principali problemi: l’inquadratura dall’altro verso il basso mette in evidenza più del necessario il viso triangolare e la montatura degli occhiali non aiuta nel riequilibrare la forma del viso rendendo l’immagine del volto sfuggente. Le spalle sono lasciate in evidenza, con una maglietta che ricorda più i balli scatenati di Flashdance che la casacca da chef o il grembiule da cucina; le spalline del reggiseno ed il tatuaggio a vista richiamano immagini sexy che forse hanno poco a che fare con la preparazione e la cura del cibo. Il tutto su uno sfondo con troppi colori che non esaltano la figura centrale.
Di nuovo il concetto di unico Avatar per identificarci al meglio non appartiene a questa Blogger che twitta utilizzando un’altra immagine dove il colore dell’abbigliamento non esalta il viso, ma si confonde con esso creando una unica macchia di colore:
jenshmoo

Prossimamente

Nel prossimo articolo vedremo Nigella Lawson, famosissima scrittrice di libri di ricette in UK, conduttrice di un suo programma di cucina e Blogger, che ci mostra come vestire bene tre bellissimi Avatar. Approfondiremo poi alcune regole d’oro di immagine virtuale.

6 Commenti

  1. L'immagine, quello che appare 'a prima vista' alle persone che ci guardano, altro non è che un contenitore, un qualcosa che abbelisce ciò che già c'è di bello in noi, e che il più delle volte non siamo consapevoli di avere. Il più delle volte, infatti, ci guardiamo attraverso un filtro, degli 'occhiali da sole' la cui marca è il nostro nome, che non ci permettono di vedere i colori veramente belli di cui siamo fatti.
    Certo è che questo 'bello' lo vorremo sempre coerente con noi stessi, anche se molte volte coerente non è: lo vediamo, giusto, da come uno si veste o da quale avatar sceglie, ma anche da altri tipi di scelte.
    L'immagine, molte volte, nasconde però anche ciò che di più brutto c'è in noi: per l'anoressica (o chi ha problemi di alimentazione) l'immagine è tutto, e puoi essere bellissima o vestita benissimo, ma ciò non modifica l'immagine negativa che una ha di sé.
    Ti do ragione sul fatto che l'avatar è la proiezione di come vorremo essere: ma farei una distinzione. Una cosa è 'come stiamo di stato', cioè 'qui e ora': l'immagine del mio avatar dell'Xbox360, per esempio, la faccio variare a seconda di come mi sento o di quale gioco sto affrontando; la vesto in modo diverso e la coloro di emozioni diverse. Ma altra cosa è l'avatar di tratto, quello che davvero ci rappresenta, la parte più vera di noi: e quella non so se può essere definita da una fotografia o da una sola cosa, visto che noi tutti siamo un collage di esperienze e di tracce diverse.

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