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I tre bias cognitivi da considerare quando comunichi il tuo Personal Brand online

William Arruda
William Arruda è considerato il massimo esperto al mondo di Personal Branding. Co-autore di Digital You per Hoepli, ha fondato Reach 360, un servizio di indagine online sullo stato del proprio Personal Brand.

Dalla stretta di mano allo smartphone

In passato molte prime impressioni si formavano nel mondo reale, spesso con una stretta di mano. Dopo un primo incontro, magari si cercava sul web per saperne di più sulle persone incontrate. Il paradigma si è ribaltato: la stretta di mano adesso è la seconda o addirittura terza impressione, ammesso che accada in generale (molti lavoratori da remoto  non hanno mai incontrato di persona i loro colleghi).

I tre bias cognitivi da considerare quando comunichi il tuo Personal Brand online

Noi tutti lavoriamo da anni in remoto: alcuni membri non si sono mai incontrati fisicamente, e tutti sono stati selezionati in modalità digitale.

Non c’è una seconda possibilità per fare la prima impressione.
Spesso attribuita a Will Rogers o a Oscar Wilde

Questo per dire che gli altri trovano informazioni su di te online prima ancora di conoscerti dal vivo, e prendono decisioni basate su quello che dice Google. Appena confermato che vi incontrerete o farete una call, scriveranno il tuo nome su Google per vedere cosa viene fuori.

Devi fare in modo che la tua persona virtuale sia coerente con quella reale. E devi essere in grado di raccontare la tua storia online, creando un’immagine completa, magnetica di ciò che sei e cosa ti rende speciale.

Attenzione ai bias

Ci sono tre bias cognitivi (o schemi sistematici di deviazione dalla norma o dalla razionalità nel giudizio) rilevanti da considerare quando si tratta di padroneggiare la prima impressione: primacy, ancoraggio e conferma.

I tre bias cognitivi da considerare quando comunichi il tuo Personal Brand online

Primo bias cognitivo: primacy

Primacy essenzialmente vuol dire che crediamo di più alla prima nozione che ci viene proposta. Ed è anche uno dei motivi per cui la prima impressione conta così tanto. Per cui, Sii diretto quando incontri una persona per la prima volta. Sforzati di più per veicolare il tuo brand quando questo avviene a distanza. Preparati sulle persone prima di incontrarle e trova delle connessioni in comune. Sforzati più del solito per comunicare il tuo brand.

Secondo bias cognitivo: ancoraggio

Il secondo bias è l’ancoraggio – e qui la situazione diventa seria. Ancoraggio vuol dire che, una volta formata la prima impressione, a questa si aggrappa tutto il nostro pensiero, e ci rende difficile l’atto di cambiare idea. È il motivo per cui le prime impressioni durano.

Immagina questa scena: un manager o un potenziale cliente vede il tuo nome nella lista dei partecipanti a una riunione, e ti cerca su Google per capire chi sei, trovando solo un guazzabuglio confuso di informazioni discordanti. La sua prima impressione è che non riesci a mantenere la concentrazione. Ma quando si siede e ti conosce in riunione, risulti organizzato e con una concentrazione impeccabile, totalmente diverso dai risultati di Google.

Indovina? Potrebbe non credere alla persona in carne e ossa che ha appena conosciuto, focalizzandosi sugli elementi meno degni di nota visti online. Usa il Digital You Canvas per confezionare un profilo coerente!

Terzo bias cognitivo: conferma

Il bias di conferma si riferisce all’effetto cumulativo di informazioni e interazioni.

Quando fai un’ottima prima impressione, e le successive interazioni (sia online sia in presenza) sono ugualmente positive e coerenti con la prima, in pratica non puoi più sbagliare. È valido anche il contrario, però.

Una presenza online non interessante seguita da un’interazione reale senza infamia e senza lode orienta le aspettative in negativo. Il bias di conferma è la ragione per la quale le impressioni reali e virtuali possono diventare impedimenti veri e propri. Ciò significa che se vuoi intessere relazioni forti e durature con gli altri, ogni interazione, frammento di informazioni e feedback deve supportare il tuo brand autentico e il modo in cui vuoi essere conosciuto.

Tratto da Digital You, il nuovo libro di Luigi Centenaro e William Arruda che ti aiuta a definire, comunicare ed espandere il tuo Personal Brand nel mondo digitale, anche se parti da zero.

Digital You

 

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