Dalla stretta di mano allo smartphone
In passato molte prime impressioni si formavano nel mondo reale, spesso con una stretta di mano. Dopo un primo incontro, magari si cercava sul web per saperne di piรน sulle persone incontrate. Il paradigma si รจ ribaltato: la stretta di mano adesso รจ la seconda o addirittura terza impressione, ammesso che accada in generale (molti lavoratori da remotoย non hanno mai incontrato di persona i loro colleghi).
Noi tutti lavoriamo da anni in remoto: alcuni membri non si sono mai incontrati fisicamente, e tutti sono stati selezionati in modalitร digitale.
Non cโรจ una seconda possibilitร per fare la prima impressione.
Spesso attribuita a Will Rogers o a Oscar Wilde
Questo per dire che gli altri trovano informazioni su di te online prima ancora di conoscerti dal vivo, e prendono decisioni basate su quello che dice Google. Appena confermato che vi incontrerete o farete una call, scriveranno il tuo nome su Google per vedere cosa viene fuori.
Devi fare in modo che la tua persona virtuale sia coerente con quella reale. E devi essere in grado di raccontare la tua storia online, creando unโimmagine completa, magnetica di ciรฒ che sei e cosa ti rende speciale.
Attenzione ai bias
Ci sono tre bias cognitivi (o schemi sistematici di deviazione dalla norma o dalla razionalitร nel giudizio) rilevanti da considerare quando si tratta di padroneggiare la prima impressione: primacy, ancoraggio e conferma.
Primo bias cognitivo: primacy
Primacy essenzialmente vuol dire che crediamo di piรน alla prima nozione che ci viene proposta. Ed รจ anche uno dei motivi per cui la prima impressione conta cosรฌ tanto. Per cui, Sii diretto quando incontri una persona per la prima volta. Sforzati di piรน per veicolare il tuo brand quando questo avviene a distanza. Preparati sulle persone prima di incontrarle e trova delle connessioni in comune. Sforzati piรน del solito per comunicare il tuo brand.
Secondo bias cognitivo: ancoraggio
Il secondo bias รจ lโancoraggio โ e qui la situazione diventa seria. Ancoraggio vuol dire che, una volta formata la prima impressione, a questa si aggrappa tutto il nostro pensiero, e ci rende difficile lโatto di cambiare idea. ร il motivo per cui le prime impressioni durano.
Immagina questa scena: un manager o un potenziale cliente vede il tuo nome nella lista dei partecipanti a una riunione, e ti cerca su Google per capire chi sei, trovando solo un guazzabuglio confuso di informazioni discordanti. La sua prima impressione รจ che non riesci a mantenere la concentrazione. Ma quando si siede e ti conosce in riunione, risulti organizzato e con una concentrazione impeccabile, totalmente diverso dai risultati di Google.
Indovina? Potrebbe non credere alla persona in carne e ossa che ha appena conosciuto, focalizzandosi sugli elementi meno degni di nota visti online. Usa il Digital You Canvas per confezionare un profilo coerente!
Terzo bias cognitivo: conferma
Il bias di conferma si riferisce allโeffetto cumulativo di informazioni e interazioni.
Quando fai unโottima prima impressione, e le successive interazioni (sia online sia in presenza) sono ugualmente positive e coerenti con la prima, in pratica non puoi piรน sbagliare. ร valido anche il contrario, perรฒ.
Una presenza online non interessante seguita da unโinterazione reale senza infamia e senza lode orienta le aspettative in negativo. Il bias di conferma รจ la ragione per la quale le impressioni reali e virtuali possono diventare impedimenti veri e propri. Ciรฒ significa che se vuoi intessere relazioni forti e durature con gli altri, ogni interazione, frammento di informazioni e feedback deve supportare il tuo brand autentico e il modo in cui vuoi essere conosciuto.
Tratto da Digital You, il nuovo libro di Luigi Centenaro e William Arruda che ti aiuta a definire, comunicare ed espandere il tuo Personal Brand nel mondo digitale, anche se parti da zero.
| ![]() ![]() ![]() |