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Business Etiquette e Personal Branding: Intervista a Elisa Motterle

Luigi Centenaro
Docente presso SDA Bocconi, POLIMI, WHU Dusseldorf, ESSEC Parigi e Bath SoM, fondatore di BigName, gli specialisti dell’innovazione di persone e team in azienda. Primo Personal Branding Strategist italiano, orgoglioso autore e curatore per Hoepli e fondatore di PersonalBranding.it (2008).

Fare Personal Branding, come diciamo sempre, significa gestire in maniera strategica la nostra immagine professionale. Il modo in cui ci comportiamo quando siamo in presenza di altre persone e da come ci poniamo con gli altri, anche digitalmente, determina radicalmente il modo con cui siamo percepiti.

Come tutti sappiamo ci sono delle regole per aiutarci a tenere un comportamento adeguato nelle situazioni “sociali” e non mettere noi stessi o le altre persone a disagio. Sì, stiamo parlando del galateo. Ma forse non tutti sanno che esiste anche un galateo anche per il business.

Business Etiquette e Personal Branding: Intervista a Elisa MotterleSu questo argomento abbiamo fatto alcune domande a Elisa Motterle, esperta di bon ton, definita “il volto del galateo del terzo millennio” dal Corriere della Sera. Abbiamo avuto il piacere anche di ospitarla anche nel nostro nuovo libro Digital You ed è recentemente uscita con un suo fantastico nuovo libro: Bon Ton Pop.

1. Cosa è la Business Etiquette, come nasce, perché nasce?

Ognuno ha tutto il diritto di decidere liberamente della sua immagine personale, e può svilupparla strategicamente attraverso il Personal Branding. Per farlo bene però vale la pena rivolgere la nostra attenzione anche verso gli altri, che è il precisamente motivo per il quale sono nate le buone maniere (nascono a tavola, già ai tempi della Preistoria, per dividersi il pasto senza litigare).

Il galateo nasce storicamente in ambito sociale come insieme di norme e comportamenti che regolano i rapporti tra gli individui in una dimensione squisitamente privata (per le situazioni pubbliche, infatti, si parla di Cerimoniale e non di galateo).

Nel corso del ventesimo secolo si è venuta a delineare un’ulteriore casistica che ha richiesto, ben presto, di avere norme di condotta proprie: quella della dimensione lavorativa. Viene definita Business Etiquette, e racchiude tutta quella branca del galateo che si applica al mondo del lavoro.

Pur basandosi sugli stessi principi di rispetto ed inclusione che sono i fondamenti dell’étiquette classica, segue delle logiche proprie.

2. Perché oggi è ancora importante?

Nella vita privata, indipendentemente da quale sia la nostra personalità, possiamo scegliere una cerchia di amici che siano affini a noi, che normalmente amano le stesse cose che amiamo noi.

Sul lavoro invece non siamo noi a scegliere le persone di cui ci circondiamo, quindi può capitare di trovarsi a lavorare insieme a persone con cui fuori dall’ambito lavorativo non vorremmo non aver nulla a che fare.

Oppure, ci ritroviamo in situazioni alle quali non vorremmo mai partecipare di nostra spontanea volontà, perché semplicemente non ci sentiremmo a nostro agio. L’esigenza di uscire dalla nostra comfort zone rende fondamentale la presenza di regole comuni, ben rodate e accettabili da tutti.

La Business Etiquette è una soluzione molto efficace a questo problema. Io ad esempio ho lavorato per molti anni nel mondo del lusso, un settore dove, ammettiamolo, farti sentire a disagio è di fatto lo sport principale. Conoscere la Business Etiquette mi ha fatto superare tanti momenti difficili.

3. Quali sono i principi chiave da seguire?

Il galateo sociale e la Business Etiquette sono molto simili, perché puntano a creare un clima di reciproca fiducia e rispetto. Ma ci sono anche delle importanti differenze, la più rilevante delle quali riguarda le logiche delle priorità o “ranking”.

Ma non c’è nulla di classista in tutto ciò e non significa neppure non essere autentici.
La business etiquette infatti è genderless, e per sua natura non tiene in minima considerazione l’età anagrafica, quindi si potrebbe verificare l’esatto contrario di quanto accadrebbe in una dimensione sociale.

L’evidenza più immediata è che l’ordine delle precedenze in ambito lavorativo ricalca quello dell’organigramma aziendale.

Altre considerazioni meno ovvie riguardano l’azienda di appartenenza: una persona che appartiene a un’azienda esterna assumerà – in qualità di ospite – la precedenza sui dipendenti dell’azienda “ospitante”. Se ci troviamo all’interno della stessa azienda, invece, a parità di ruolo gerarchico sarà la persona con maggiore seniority aziendale ad avere un “ranking” più alto.

E ancora, in occasione di incontri di lavoro internazionali, verrà data la precedenza alle persone giunte dalle regioni più lontane, per “ricompensarle” del viaggio che hanno affrontato per partecipare al meeting.

Queste sono soltanto alcune regole, ma la loro presenza ci consente di evitare che qualcuno possa sentirsi a disagio: sapendo che funziona in un certo modo, si scansano situazioni spiacevoli. E tante volte nemmeno ce ne rendiamo conto, ma è molto facile mettere qualcuno in imbarazzo.

Quindi prima di tutto cerchiamo di metterci nei panni dell’altra persona.

4. Perché la Business Etiquette può essere utile per fare Personal Branding?

La Business Etiquette ci facilita la vita e rende più semplice sviluppare relazioni, oltre a comunicare che abbiamo cura e attenzione dell’altra persona. Il concetto è ancora più valido in azienda: usando le giuste maniere si può emergere dalla massa, senza bisogno di imporsi.

Conoscere e governare la Business Etiquette ci aiuta a farci percepire come più sicuri di sé, a proprio agio, empatici e interessati agli altri.

In particolare, ci sono 5 benefici principali:

  1. Sentirsi a proprio agio consente di trasmettere la propria professionalità;
  2. Cominciare i rapporti con il piede giusto e porsi nel modo corretto risulta molto utile per spianare la strada in una relazione lavorativa;
  3. Chi cerca di osservare la business etiquette può trasmettere molta più fiducia (o affidabilità) di chi non lo fa, perché avere una buona forma – soprattutto in un contesto nel quale la forma è importante – può fare tanta differenza tra raggiungere un traguardo o meno;
  4. Avere dei perimetri chiari ci permette di rispettare gli altri, con il risultato di essere rispettati a nostra volta;
  5. In un Mondo in cui la mancanza di forma viene definita (in maniera scorretta) libertà, valorizzare gli altri e farli stare bene aiuta a emergere ed essere percepiti come una persona di maggiore spessore.

5. Che impatto ha sulla low touch economy e sulle relazioni online in generale?

Un anno fa eravamo in pochi a conoscere la piattaforma per videoconferenze Zoom. Oggi, nessuno ne può più fare a meno (così come di Teams, o di altri servizi analoghi).
E se questi strumenti non sono arrivati con un libretto delle istruzioni, nei mesi del distanziamento forzato è emersa una chiara etiquette per questo genere di incontri.

Con lo scopo di non imbarazzarsi e non imbarazzare, ecco alcuni elementi chiave da considerare:

  • Innanzitutto, è importante vestire in maniera professionale – anche se ovviamente più rilassata – ed avere un ambiente adeguato intorno. Prima di metterci alla scrivania, verifichiamo di essere in ordine e avere a portata di mano tutto ciò che potrebbe servire (un quaderno, penne, caricabatterie, adattatori ecc).
  • Un’altra ottima idea è allestire, come hanno probabilmente fatto in moltissimi, un angolo-ufficio studiato come un piccolo set. Lo sfondo dovrebbe essere neutro: una libreria, un muro bianco, un poster.
  • Un altro elemento importante è dotarsi di una buona fonte di luce frontale (meglio se soffusa) per avere una resa migliore in video. Fare una prova della webcam prima di collegarsi a un meeting importante è sempre consigliabile: a volte basta poco per migliorare l’inquadratura, per esempio sollevando il computer dal tavolo con dei libri.
  • Nelle video call, lo dice il nome, il video è una parte essenziale. Tenere la telecamera spenta può essere percepito come scortese perché rende la vita più difficile a chi presenta, che non può leggere le espressioni facciali e il linguaggio del corpo dei partecipanti.
  • A telecamera accesa, invece, guardare in camera corrisponde a fare contatto visivo: è un segnale di interesse. Distrarsi con il telefono, anche se lo si tiene fuori dalla vista, è proprio scortese.
  • Sarebbe preferibile collegarsi con un paio di minuti d’anticipo, e tenere il microfono in muto, per attutire i rumori di fondo quando non siamo noi a parlare. È opportuno anche completare il proprio profilo con un’immagine di sé che apparirà quando la telecamera è spenta.

La Business Etiquette forse non salverà il mondo ma sicuramente gioverà alla tua immagine professionale.

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