La Personal Brand Identity
Prima di iniziare saluto i lettori di “Personalbranding.it” ed ringrazio Luigi e Tommaso per l’ospitalità: non potevo non accettare il loro invito a scrivere un guest post sulla Personal Brand Identity, l’insieme degli strumenti e dei modi con cui è possibile definire la propria identità di Brand.
Marketing e comunicazione cambiano continuamente e molto velocemente, soprattutto nel mondo digitale. E’ sorprendente tuttavia notare che i progetti di Brand Management vincenti iniziano sempre con la definizione di una dettagliata identità di marca; in altre parole è indispensabile chiedersi da subito – in fase di pianificazione – “chi siamo” e “chi siamo nei confronti degli altri”.
Per questo motivo, di recente, ho tentato un esperimento di co-creazione online di un nuovo “Modello di Brand Identity 2.0” con l’obiettivo di inquadrare una schematizzazione plausibile e attuale.
L’output del Laboratorio di Branding 2.0 è stato questo:
Ebbene, cosa si può applicare al Personal Branding? Quali dimensioni possiamo approfondire per gestire la propria identità virtuale? Vediamolo insieme.
Innanzitutto ognuno di noi afferma, volente o nolente, una presenza online attraverso caratteristiche tangibili e intangibili. Gli attributi tangibili principali che impattano nel brand sono la scelta dei colori, la personalizzazione dei profili social, la comunicazione visiva e spazio web. Ad esempio dei semplici biglietti da visita possono tradursi in artefatti pertinenti e creativi; oppure basta fare un giro sui Social Network per trovare sfondi di Twitter e Friendfeed customizzati e ricorrenti.
Per quanto riguarda invece il Brand color si aprirebbe un intero capitolo dedicato alla correlazione tra pantone e significato (più o meno latente); partite da un video di approfondimento, per proseguire poi nei meandri dell’immagine coordinata.
Last but not least, dobbiamo curare i dettagli del nostro spazio Web (sito o Blog che sia): il graphic design qualitativo e rilevante influisce positivamente sulla percezione di professionalità e ci aiuta ad evitare fughe dal sito. Passando alle caratteristiche intangibili di se stessi come marca, troviamo soprattutto lo stile ed registro linguistico, gli attributi percettivi e le dinamiche relazionali. Ladership, carisma e forza comunicativa distintiva costituiscono gli elementi di rinforzo al brand di un opinion maker.
Coerenza
Volete un consiglio in tre parole per gestire al meglio tangibilità e intangibilità? Coerenza, coerenza, coerenza.
La presenza presuppone una relazione: strumenti come i Social Media rappresentano le migliori piattaforme per creare una rete di contatti. Purtroppo dobbiamo confrontarci spesso con spam, rumore di fondo e sovra-esposizione informativa; un piano di self-PR serve per dialogare, per filtrare le fonti di riferimento e per raggruppare il più possibile il nostro pubblico di riferimento.
Tutto questo avviene ovviamente dopo aver definito chi siamo e dove siamo posizionati. Ma passiamo a come ci vedono gli altri. Promuovere l’immagine di se stessi significa lavorare a breve termine sulla percezione (reale e desiderata) che le persone hanno di noi. Ma non basta: serve una reputazione positiva e basata nelle scelte di lungo periodo. Questa componente è fondamentale per avere successo, fiducia e stima; la difficoltà consiste nel coltivare la brand reputation giorno dopo giorno, post dopo post.
La reputazione passa anche dall’esperienza che facciamo provare a chi entra in contatto con noi: coinvolgimento ed engagement producono conversazioni da e sul nostro self-brand in grado di stimolare senso di appartenenza e community. Che mezzi possiamo utilizzare per raggiungere questi obiettivi? Tutto ciò che è non-convenzionale, come ad esempio il “personal tribal marketing”.
Possiamo sbizzarrirci infatti a costruire universi culturali di riferimento su noi stessi, portando avanti la community ed il network di sostenitori e collaboratori. In altre parole dobbiamo sviluppare valori profondi su cui basare la nostra identità ed i possibili scenari di comportamento (leggasi di consumo) nelle varie dimensioni comunicative.
L’ultimo aspetto, ma non il meno importante, è la personalità e cioè le espressioni che produciamo e i comportamenti che mettiamo in pratica. Online siamo la somma di elementi denotativi e connotativi: tutto parla di noi, dagli artefatti agli atteggiamenti, dai giudizi al ruolo che assumiamo.
io non ci tengo ad apparire, però mi chiamo anchio Jacopo Pasquini, sono un omonimo, di me troverai solo due video su You tube cerca " capraia barracuda" oppure "capraia ricciole", saluti JP
Ciao Jacopo!
Che bel nome e che bel cognome che hai… :)
Abbiamo in comune anche la pesca e forse anche la regione di appartenenza.
A presto allora,
JP (bis)