PersonalBranding.it è un progetto di Luigi Centenaro e di

Bigname

Opportunità e insidie per la reputazione online

Luigi Centenaro
Docente presso SDA Bocconi, POLIMI, WHU Dusseldorf, ESSEC Parigi e Bath SoM, fondatore di BigName, gli specialisti dell’innovazione di persone e team in azienda. Primo Personal Branding Strategist italiano, orgoglioso autore e curatore per Hoepli e fondatore di PersonalBranding.it (2008).

Nell’economia digitale del Web moderno, il Web2.0 o Web Sociale come viene spesso definito, le interconnessioni tra le persone sono maggiori e il mondo diventa davvero piccolo. Così le informazioni disponibili sono molte e spesso sono poco controllate o controllabili.

“Viviamo in un’epoca in cui ogni consumatore ha un megafono. Molti lo stanno usando. E le aziende farebbero meglio ad ascoltare”…

Così scrive Chris Anderson, inventore del concetto della Lunga Coda nell’omonimo libro.

Il Web Sociale ti offre molte possibilità per ottimizzare il tuo Brand: questo perché oggi hai l’opportunità di controllare la tua immagine online, grazie al megafono che ti è stato messo a disposizione.
Proprio quello che è accaduto a Robert Scoble che, dopo mesi di appassionato Blogging per la Microsoft, ha pubblicato il libro “Business Blog ” e si è posizionato come esperto di Blog Marketing, Web2.0 e tecnologia in generale. Adesso è considerato uno dei Guru di Internet è consulente di molte aziende e aveva un canale televisivo online tutto suo, proprio su FastCompany!

Ma il Web presenta anche alcune “insidie” per la tua reputazione:

  • Google. Prova a “googlare” il tuo nome e scopri se tutto quello che ti interessa è online, al posto giusto o se c’è qualcosa di troppo.
  • Responsabili del Personale e cacciatori di teste . Ormai tutti, o meglio quasi tutti, controllano chi sei su Google, FaceBook, LinkedIn o Xing. Secondo una ricerca del quotidiano Americano StarTribune, il 35% di questi elimina un candidato proprio per le informazioni che ha trovato online! Sempre in America sono molte le storie di coloro che hanno perso il lavoro per articoli e commenti infelici o per contenuti imbarazzanti sul loro profilo FaceBook o MySpace.
  • Clienti. Cosa penseranno i futuri clienti dello psicologo Inglese che voleva cancellare le inopportune divagazioni sulla propria personale depressione (storia pubblicata sul Sunday Times)?
  • Colleghi. Prima di conoscere un collega o di partecipare ad una riunione, io controllo sempre il suo profilo su LinkedIn. Mi da l’opportunità di impostare meglio il meeting e di ottimizzare la mia comunicazione tenendo conto del suo background.
  • Personalità. Forse a Fabrizio Corona non farà piacere avere nella prima pagina di Google i riferimenti alla vicenda delle banconote false (o forse sì?). Ne a Kate Moss quella della droga…

Deve essere un tema molto sentito se esistono addirittura delle aziende che si occupano di ripulire la reputazione online dei VIP (dietro lauta ricompensa ovviamente). Gli utenti del Web2.0 spesso non si rendono conto che qualsiasi cosa scritta online è per sempre.
Per questi motivi è fondamentale prendere coscienza dei meccanismi che regolano la comunicazione nel Web Sociale moderno.

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